Lo scorso 20 aprile il presidente cileno Gabriel Boric ha annunciato l’intenzione di nazionalizzare l’industria del litio, elemento anche conosciuto come “oro bianco” e componente fondamentale per la costruzione di batterie, soprattutto quelle per i veicoli elettrici. Alla base di questa nuova dichiarata strategia ha sicuramente inciso la evidente considerazione di una economia green in rapida e sempre crescente espansione ed una corsa alla elettrificazione nel mondo dei motori che ha portato gli esperti a prevedere che entro il 2030 la domanda di approvvigionamento di litio da parte delle case automobilistiche sarà quintuplicata.

Il Cile è attualmente il secondo produttore al mondo di litio dopo l’Australia e l’ambizioso obiettivo di questa nuova “Strategia Nazionale del litio” presentata dal presidente cileno è quello di espandere la produzione e di far diventare il Cile il principale produttore di litio al mondo. 

Fino ad oggi in Cile il controllo di questa risorsa è stato nelle mani di due aziende private, entrambe fornitori cruciali per i più importanti produttori di vetture elettriche e batterie. La creazione della società statale «Compagnia Nazionale del litio» si andrebbe, almeno per il momento, ad associare alle imprese private esistenti per lo sviluppo di tutta la catena produttiva. «Insieme allo sviluppo dell’idrogeno verde, questa è la migliore possibilità che abbiamo di passare a un’economia sostenibile e sviluppata. Non possiamo permetterci di sprecarla», ha dichiarato Boric.

La strategia del governo cileno non riguarda solo la creazione di una partnership tra pubblico e privato, ma affronta anche la necessità di sviluppare nuove tecnologie di estrazione, che siano più efficienti e sostenibili, di coinvolgere e tutelare le comunità connesse ai siti di estrazione e di sviluppare prodotti con valore aggiunto.

Foto: Reinhard Jahn – Creative Commons